META & SIAE
spengono la musica
e adesso che si fa?
Meta e Siae non trovano l’accordo, via tutta la musica incriminata dalle piattaforme social del gruppo.
Stamattina controllo i reel sul mio profilo instagram ed effettivamente mi appare un bel pop-up che mi avvisa che il brano presente nel video non è più disponibile e che posso sostituirlo con un altro. Penso “Ok, sticazzi”. Questo perché non considero né i miei reel né i miei profili social i principali strumenti di conversione della mia azienda.
Invece aprendo il feed mi imbatto in centinaia di indignati che lamentano che per colpa del mancato accordo tra Meta e Siae hanno perso centinaia di contenuti, che diventando muti (si perché il voice over in fase di pubblicazione viene accorpato alla musica di background) hanno perso il loro “valore”. Un danno più o meno ingente per le aziende che è direttamente proporzionale all’utilizzo più o meno corretto delle piattaforme social.
Quindi Meta schiocca le dita e ore e ore di lavoro di molti utenti finiscono nel cestino? Si. Che questa sia una bella seccatura e che possano girare le scatole siamo tutti d’accordo, ma dobbiamo meravigliarci di ciò? Assolutamente no..
Non mi stancherò mai di dirlo: la vita o la morte di un business non può essere dipendente da una piattaforma esterna alla stessa. Non si può puntare tutto, esclusivamente su strumenti di cui non siamo proprietari e di cui non possediamo il pieno controllo.
I social sono piattaforme il cui scopo primario è l’intrattenimento, la relazione e la distrazione; i nostri profili non sono nostri, sono di Meta. Sapete invece cosa è mio? Questo: www.weird-studio.com
Se effettui una ricerca sul titolare di quel dominio, vedrai che accanto alla scritta proprietario apparirà il mio nome. Quindi il mio sito è mio, ed è su quello che investirò maggiormente per vendermi. Utilizzerò anche i social sicuramente, ma se domani Mark chiude continuerò a pensare “Ok, sticazzi”.
Se vuoi sapere perché investire su un sito web di proprietà è fondamentale per il tuo business, puoi recuperare questo mio articolo di qualche tempo fa: “Vale la pena avere un sito web oggi?”